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Genetica dei semi della Cannabis: cos’è e come funziona

Genetica dei semi della Cannabis: cos’è e come funziona

La Cannabis è una pianta coltivata dall’uomo da millenni ed utilizzata in varie civiltà, per diversi scopi. Ad esempio, in Asia è sempre stata usata nella medicina per le sue proprietà antidolorifiche e sedative, ma è stata impiegata anche nella gastronomia dato che i suoi semi sono altamente nutrienti. Non dimentichiamo, poi, la sua funzione ricreativa che è certamente quella che l’ha resa più nota in occidente, soprattutto a partire dal ventesimo secolo. La genetica dei semi di cannabis è importante perché differenzia le varietà e sfocia ognuna con peculiarità diverse.

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Di recente, in occidente soprattutto, si è risvegliato l’interesse per le proprietà curative di questa pianta che ha portato diverse persone ad interessarsi alla sua coltivazione. Per questo motivo, molti si rivolgono a shop online per avere semi femminizzati, o autofiorenti e tante altre varietà ancora.

Ma come nascono queste varietà di semi e perché sono importanti? Un fattore fondamentale da prendere in considerazione quando si decide di iniziare a coltivare Cannabis in casa, è quello della genetica dei semi, la cui selezione ed analisi consentono di generare delle varietà sempre diverse e sempre più pregiate di questa pianta che vanno scelte in base alle proprie preferenze, necessità o modalità di coltivazione preferita.

In questo articolo, vedremo insieme cos’è la genetica dei semi di Cannabis, in che modo avviene la selezione e come influisce sulla pianta stessa.

Genetica dei semi di Cannabis: cos’è?

Le genetiche dei semi della Cannabis, controllano lo sviluppo e la crescita delle piante e ne definiscono i principi attivi e l’intensità delle varie sostanze, determinandone quindi le proprietà e le caratteristiche.

Le genetiche di Cannabis, si possono dividere sostanzialmente in due principali ceppi dai quali si diramano tutti gli altri: le genetiche landrace e gli ibridi.

Per genetiche landrace si intendono tutte quelle varietà cosiddette autoctone, ossia, delle varietà di una Cannabis antica che si è adattata a determinate condizioni ambientali sviluppando delle caratteristiche ben precise.

Un esempio lampante di landrace è la sativa che si è adattata per vivere a temperature tropicali, o l’indica che si è adattata a crescere in un ambiente più freddo sviluppando così caratteristiche diverse tra loro.  A queste landrace, in genere, si incrociano delle varietà ibride in modo da creare altre varietà ibride che abbiano le caratteristiche migliori di tutte e due precedenti, secondo un principio di selezione genetica.

Gli ibridi possono essere anche poliibridi, cioè, composte dall’incrocio tra de ibridi. Queste ultime richiedono una maggior cura ed una maggiore attenzione poiché possono generare degli altri ibridi dalle caratteristiche incerte, dato che la maggior variabilità genetica le rende più soggette ai cambiamenti.

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La selezione genetica della Cannabis, probabilmente risale ai tempi antichi quando, i coltivatori, pur non avendo conoscenze in materia di genetica, sapevano fare una selezione conservando i semi con le caratteristiche migliori cercando di preservarli. In questo modo, praticavano una rudimentale forma di breeding selettivo. Attualmente, questa selezione è effettuata con le dovute analisi dei semi e le conoscenze in materia di genetica e tecniche di coltivazione che permettono una più ponderata selezione e conservazione delle genetiche migliori.

Genetica dei semi di Cannabis: come funziona?

Per poter comprendere le genetiche dei vari semi, bisogna analizzarle a fondo, studiarle per comprenderne gli effetti, le proprietà, le quantità di THC, è proprio dalla genetica dei semi, infatti, che si traggono le giuste informazioni sul tipo e la qualità delle piante che da essi vengono prodotti.

Per fare ciò, è importante innanzitutto conoscere l’origine dei semi, soprattutto per quanto riguarda le landrace dalle quali si può tracciare la linea genetica della pianta in modo da capirne la qualità ancor prima di procedere con la coltivazione reale,

Il risultato finale, e quindi il livello dell’eventuale raccolto, sono determinati dalla genetica e dalle condizioni ambientali che sono fondamentali per la buona riuscita del raccolto. Ad esempio, la luce, la temperatura, l’alimentazione, il livello di umidità, sono tutte condizioni determinanti per una coltivazione ottimale di Cannabis.

 Se si vogliono ottenere  delle piante che non subiscano alcune mutazioni genetiche dovute all’ibridazione, si può optare per dei semi cloni che permettono di mantenere immutata la genetica di una particolare varietà producendo, una pianta esattamente identica alla pianta madre. In questo modo, sarà possibile conservare nel tempo le caratteristiche della suddetta varietà e mantenerla invariata nel tempo.

Cannabis, perchè coltivarla? Proprietà della pianta

La Cannabis, quindi, è una pianta ricca di proprietà di varia natura che può essere utilizzata per vari scopi, in base alla percentuale di THC, una sostanza psicotropa, considerata sedativa ed antidolorifica.

La percentuale del principio attivo contenuto nella pianta, stabilisce la legalità di questa coltivazione. Oltre una certa percentuale, infatti, il THC diventa una sostanza narcotica e, quindi, illegale nel nostro paese.

Nelle quantità consentite dalla legge, la Cannabis può essere utilizzata per diversi scopi: scopo ricreativo, in cui generalmente viene fumata ed ha una funzione rilassante, ma può essere somministrata anche in altri modi, come l’ingestione, considerando che ha anche ottime qualità nutritive.

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