Blog | SmokeStyle — Notizie, recensioni e guide su cannabis e tabacco

Nel 2025, con l'entrata in vigore del cosiddetto Decreto Sicurezza, la normativa italiana ha introdotto una stretta severa sulla cannabis light. Questo decreto ha equiparato le infiorescenze di canapa (con un tenore di THC entro limiti di legge) alle sostanze stupefacenti, vietandone produzione, vendita, possesso e consumo al di fuori degli ambiti autorizzati. È stato in particolare proibito ogni prodotto derivato dalle infiorescenze di cannabis, inclusi estratti, resine e oli, anche se a basso contenuto di THC o senza effetti droganti. La conseguenza è stata la chiusura quasi totale del mercato legale della cannabis light, con forti ripercussioni su coltivatori e negozianti.

Sentenze dei tribunali: la parola ai giudici ⚖️🔍

Tra l'11 e il 14 ottobre 2025, tre importanti tribunali italiani (Palermo, Belluno e Torino) hanno emesso sentenze che smontano l'impianto repressivo previsto dal Decreto Sicurezza. Questi giudici hanno ribadito un principio fondamentale: senza prove tecnico-scientifiche che attestino la presenza di THC oltre i limiti di legge o gli effetti droganti, non può sussistere alcun reato legato alla cannabis light.

A Belluno, è stata disposta la scarcerazione di un coltivatore arrestato poiché non vi erano prove univoche di spaccio.

A Palermo, è stato annullato un sequestro di infiorescenze in un’azienda agricola, perché la sola conformità botanica non è sufficiente a configurare un illecito.

A Torino, un procedimento per vendita di cannabis light è stato archiviato perché i test non indicavano la percentuale di THC rilevata.

Queste sentenze rappresentano una smentita netta alla posizione del governo e confermano la validità della legge 242/2016, che consente la coltivazione e vendita della canapa industriale con THC entro lo 0,6%.

La posizione dell’Unione Europea e il diritto europeo 🇪🇺

Il decreto italiano è in contrasto con il diritto europeo. La Corte di Giustizia Europea, con la sentenza del 4 ottobre 2024 (causa C-793/22), ha stabilito che gli Stati membri non possono vietare la coltivazione e vendita di infiorescenze di canapa industriale a basso contenuto di THC, senza prove scientifiche di rischio per la salute pubblica. Questo principio di supremazia del diritto UE potrebbe portare a sanzioni economiche per l’Italia in caso di persistenza di restrizioni ingiustificate.

Cosa significa tutto questo per consumatori e operatori? 🛒🌱

Nonostante la legge restrittiva, l’orientamento giurisprudenziale più recente tutelerà operatori e consumatori che rispettano i limiti di legge. Infiorescenze e prodotti derivati riconosciuti come privi di effetti droganti non possono essere considerati illegali senza analisi approfondite.

Tuttavia, permane una situazione di incertezza perché le forze dell’ordine continuano a sequestrare prodotti e a sanzionare, in attesa di decisioni definitive che potrebbero arrivare dalla Corte Costituzionale o da nuove leggi più chiare.

Conclusioni: la cannabis light non è illegale 🚦✨

In sintesi, benché il Decreto Sicurezza abbia imposto divieti severi sulla cannabis light in Italia nel 2025, i tribunali hanno chiaramente stabilito che senza prove di superamento dei limiti di THC o effetti droganti i prodotti di cannabis light non possono essere considerati illegali. L’equilibrio tra legge nazionale e diritto europeo e la giurisprudenza favorevole sostengono la legittimità del mercato della cannabis light.

Quindi, al momento, la cannabis light resta legale se conforme alla legge, e i coltivatori e commercianti tutelati dalle recenti sentenze devono poter operare senza timori eccessivi, in attesa di norme più definitive e coerenti.