Accise sul tabacco: la stretta danese può valere fino a 2 euro in più a pacchetto
Il 4 dicembre nell’Unione europea si apre un nuovo round sulla revisione della direttiva sulle accise del tabacco (TED). Al centro del confronto c’è la proposta della Danimarca, che spinge per un inasprimento dell’imposizione su tutte le principali categorie di prodotti: dalle sigarette tradizionali ai prodotti alternativi. Gli incrementi più drastici riguardano il tabacco riscaldato, con un balzo delle imposte ipotizzato nell’ordine del 132%, e le bustine di nicotina, per cui si parla di un aumento a tre zeri. Sulle sigarette, l’effetto combinato potrebbe tradursi in rincari al dettaglio fino a 2 euro a pacchetto in alcuni mercati.
Cosa c’è nella proposta danese
L’iniziativa di Copenaghen mira a:
- Riallineare la tassazione tra le diverse tipologie di prodotti contenenti nicotina, riducendo le differenze di prezzo tra categorie.
- Rafforzare l’obiettivo di salute pubblica, disincentivando il consumo attraverso prezzi più alti.
- Armonizzare il quadro europeo, così da limitare arbitraggi fiscali e differenze marcate tra Stati membri.
In concreto, l’ipotesi prevede:
- Un netto aumento delle accise sul tabacco riscaldato (circa +132%).
- Un incremento molto marcato sulle bustine di nicotina, nell’ordine del +1000%.
- Un irrigidimento generale anche per i prodotti combustibili, con possibili aumenti fino a 2 euro per confezione di sigarette a seconda del mercato e della struttura fiscale nazionale.
Chi rischia di pagare di più
Il rialzo colpisce trasversalmente l’intero comparto, ma l’impatto percentuale più forte ricadrebbe sui prodotti alternativi a rischio ridotto dal punto di vista fiscale, che negli ultimi anni hanno beneficiato di aliquote più leggere. La proposta danese punta ad assottigliare tale differenza, avvicinando il carico tributario tra categorie e riducendo i vantaggi di prezzo relativi.
Possibili effetti su consumatori, mercato e gettito
- Prezzi al dettaglio: i brand potrebbero trasferire gran parte degli aumenti in scaffale, con rincari variabili per Paese e categoria.
- Consumi: l’elasticità alla domanda è diversa tra prodotti. Per le sigarette tradizionali l’aumento dei prezzi tende a ridurre i volumi, specie nel medio periodo.
- Gettito fiscale: nel breve termine le entrate potrebbero crescere; nel medio-lungo dipenderanno dalla reazione dei consumatori e da eventuali spostamenti verso mercati paralleli.
- Mercato illecito e acquisti transfrontalieri: differenziali di prezzo marcati tra Stati membri possono spingere al turismo del fumo o alimentare canali non ufficiali. Per questo la tenuta dell’armonizzazione a livello UE è cruciale.
- Rivendite e filiera: i tabaccai potrebbero vedere cali di volume, con mix di vendita in evoluzione a favore dei prodotti rimasti relativamente meno cari.
Il percorso decisionale in UE
La direttiva sulle accise è materia su cui gli Stati membri decidono all’unanimità in Consiglio. Il round del 4 dicembre è un passaggio negoziale importante, ma non definitivo: serviranno compromessi, valutazioni di impatto e un equilibrio tra obiettivi di salute pubblica, gettito e contrasto al mercato illecito. Eventuali modifiche approvate richiederanno poi tempi tecnici di recepimento nelle legislazioni nazionali.
Italia: le ricadute possibili
Per un Paese con consumi e rete di vendita capillari, l’inasprimento delle accise potrebbe tradursi in rincari sensibili al banco, con effetti sia su volumi sia sul gettito. La chiave sarà la calibrazione delle aliquote e l’armonizzazione europea: più i differenziali restano contenuti, minore è il rischio di spostamenti verso canali irregolari o acquisti oltreconfine.
Cosa aspettarsi nei prossimi mesi
- Un confronto serrato tra capitali europee su entità e tempistiche degli aumenti.
- Possibili scenari di compromesso che modulino gli incrementi tra categorie.
- Un rafforzamento delle misure anti-contraffazione e anti-contrabbando a tutela del gettito e della concorrenza leale.
Conclusione
La proposta danese riapre il dossier accise con un approccio netto: rendere meno convenienti tutti i prodotti a base di nicotina, chiudendo i varchi tra categorie e cercando un effetto deterrente sui consumi. L’esito dipenderà dalla capacità dell’UE di trovare un equilibrio tra salute pubblica, entrate fiscali e integrità del mercato unico. Per consumatori e operatori, l’orizzonte è di prezzi in salita e regole più uniformi, con differenze tra Paesi destinate però a pesare ancora nella fase di transizione.






