Cannabis ad Uso Medico: Finalmente il Via Libera
Si aprono le porte alla Cannabis ad uso medico anche in Italia
E’ entrato da poco in vigore il decreto del Ministro della Salute Balduzzi, che rende possibile l’utilizzo della cannabis ad uso medico, avendola inserita in tabella II; ma quando effettivamente i farmaci a base di canapa potranno essere acquistati nelle farmacie rimane un punto interrogativo.
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Sull’argomento cannabis ad uso medico il presidente di Forum Droghe, Giorgio Bignami, ha provato a fare chiarezza sull’argomento. “Ci sono moltissimi aspetti da valutare” spiega il presidente. Bisognerà valutare, in effetti, le varie competenze e quindi passare per le trafile burocratiche tipicamente italiane. Infatti, è necessario capire come far convergere la non trascurabile competenza regionale in materia con le competenze in materia di farmaci dell’autorità sanitaria nazionale. Per questo Bignami non si sente pronto a dare una risposta definitiva. ”In una tale situazione, alla domanda: quando i derivati della cannabis arriveranno in farmacia? Si può solo rispondere: dipende dal tempo che impiegheranno le ditte a presentare richieste e dossier e dai tempi di esame delle pratiche”.
Ma chi la coltiva?
Al momento nessun ente, in effetti, è autorizzato a coltivare canapa con lo scopo di produrre medicine, cosicché per ottenerle e somministrarle ai pazienti è necessario avvalersi dell’importazione di farmaci esteri direttamente dal produttore.
Per avere questi farmaci, insomma, è necessario che un medico ne faccia espressa e specifica richiesta alla Asl competente che, a sua volta, chiede l’autorizzazione all’Ufficio Centrale Stupefacenti del Ministero. Un procedimento assai articolato in termini di burocrazia, costoso per il paziente e non gradito da medici e farmacisti per le responsabilità che incombono su di loro; tali complicazioni fanno sì che i casi di somministrazione legale di cannabinoidi a scopo terapeutico in Italia, nonostante il decreto del Ministero della Salute, siano difficoltosi.
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Le ricerche scientifiche hanno dimostrato in maniera evidente che la cannabis contiene principi efficaci contro la sofferenza provocata da numerose patologie. Decine di migliaia di italiani affetti da cancro, sclerosi multipla, inappetenza ed altre malattie potrebbero vedere un netto miglioramento della qualità delle cure se solo i farmaci cannabinoidi fossero reperibili più facilmente in Italia.
Tutto ciò è anche conseguenza della legge Fini-Giovanardi del 2006 (nata dalla conversione in legge di un decreto sulle Olimpiadi invernali di Torino), che equiparò le droghe leggere a quelle pesanti e che comunque lasciò delle lacune legislative abbastanza ampie soprattutto in materia di coltivazione. Al momento coltivazione e produzione non sono legali, ma il Testo Unico non stabilisce se la coltivazione di piccole quantità per uso personale è da considerarsi nel concetto di “produzione” e quindi punibile penalmente o meno.
Ad ogni modo, è da chiarire che anche una sola piantina di canapa potrebbe possedere quantità di principio attivo molto superiori ai limiti imposti dalle tabelle, cosa che si può tranquillamente verificare se la conservazione dei semi, la qualità degli stessi e la coltivazione e la crescita della pianta sono ben condotte.
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