← Torna al blogCannabis Quotata in Borsa Crolla. Surplus in Canada
Il 2018 è stato l'anno boom per la legalizzazione e la commercializzazione di cannabis e prodotti a base di cannabis negli stati nordamericani perlopiù, ma anche in Europa diversi stati ne hanno abbracciato la legalizzazione. Il 2019 doveva essere un anno ancora più esplosivo per società come la Canopy Growth, una tra le maggiori produttrici di cannabis quotata in borsa. Ma qualcosa è andato storto.
Sovrapproduzione in Canada, cannabis quotata in borsa crolla
Il 17 Ottobre 2018 il Canada legalizzava la marijuana anche a scopo ricreativo, aprendo le porte a un business che si credeva avrebbe generato miliardi di dollari in entrate erariali. Le aspettative degli analisti si sono rivelate però eccessivamente entusiastiche e ad oggi si ritiene che il crollo è riconducibile in gran parte alla difficoltà di veicolare i consumatori abituali dal mercato nero a quello legale. Nei magazzini sono rimaste più di 400 tonnellate di marijuana canadese invenduta.
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I consumatori sporadici sembrano prediligere i canali legali, ma gli assidui consumatori fanno ancora affidamento al mercato illegale per una questione di costi. Questo si traduce in un enorme difficoltà anche per i piccoli produttori locali che riforniscono i rivenditori legali ritrovandosi a fronteggiare una guerra dei prezzi con i grandi produttori.
Una nuova ondata di legalizzazione
Produttori e investitori sperano che una nuova fase di legalizzazione possa portare maggiore risalto ai prodotti a base di cannabis che hanno iniziato ad affacciarsi solo quest'anno sul mercato spaziando dal settore alimentare a quello delle ricariche per sigarette elettroniche. C'è da dire che potrebbe essere precoce affermare che la corsa all'oro verde sia già finita, si tratta di un mercato ancora giovane che ha iniziato a consolidarsi solo negli ultimi mesi, ancora le prospettive potrebbero essere rosee soprattutto per le società che riusciranno a diversificare i propri prodotti e a indirizzarli a quella fetta di consumatori ancora legati al mercato nero.