Philip Morris dice addio al fumo tradizionale
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Se anche la Philip Morris, numero uno delle big del tabacco, rinuncia al fumo tradizionale in favore di una soluzione meno nociva e più tecnologica vuol dire che è proprio arrivato il momento di smettere. O di provare soluzioni “digitali” come quella lanciata già nel 2015 ma diventata famosa soprattutto di recente, le iQos.
La presentazione di questo prodotto è stata realizzata con il plugin AAWP.
Philip Morris: dalle sigarette tradizionali a prodotti più innovativi
La nuova filosofia dell’azienda è quella di sostituire le sigarette convenzionali con prodotti più innovativi come le iQos appunto, piccoli dispositivi ricaricabili elettricamente capaci di riscaldare cartucce di tabacco. In sostanza, evitano la combustione del tabacco, riscaldandolo. A Bologna si trova il più grande stabilimento al mondo di questo tipo di prodotti senza combustione.
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Ma si tratta di prodotti sicuri?
Senza dubbio sono meno nocive rispetto quelli tradizionali. La combustione del tabacco delle sigarette tradizionali sprigiona una marea di sostanze nocive che permangono anche sui vestiti e sulle superfici (il così detto fumo di terza mano) per molto tempo. Riscaldando il tabacco, oltre ad evitare al fumatore l’esposizione a sostanze molto più dannose, si dice addio al cattivo odore negli ambienti, sulla pelle e sugli abiti. Inoltre le iQos sono state soggette a numerosi valutazioni scientifiche dal 2015 ad oggi e di recente sono state approvate anche dalla FDA americana per la commercializzazione e sono state ritenute da diverse istituzioni meno nocive rispetto le sigarette tradizionali.
Quanti sono i consumatori nel mondo?
Ad oggi ci sono 13 milioni di utenti iQos, di cui 10 milioni vecchi fumatori che hanno rinunciato alla sigaretta tradizionale. Philip Morris investe molto nella ricerca e nello sviluppo nonché nel marketing del suo prodotto e conta di raggiungere fette sempre più ampie di utenti nei prossimi anni. Attualmente il tabacco senza combustione rappresenta l’8% dei volumi di vendita dell’azienda, che conta di raggiungere il 30% entro il 2025.
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