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La Marijuana e le Droghe Pesanti: Disinformazione Continua

La Marijuana e le Droghe Pesanti: Disinformazione Continua

La Marijuana. L’italia. Il resto del Mondo.

Il Mondo va avanti e guarda al futuro mentre l’Italia resta ancorata al passato e si muove goffamente verso una pseudo legalizzazione, ma solo per quanto riguarda la Marijuana Light. In America si prospetta entro il 2021 un aumento del fatturato derivante dal mercato della Cannabis, non quella light, del 150% per un totale stimato di circa 40 miliardi di dollari e la creazione di più di 4 milioni di posti di lavoro, in Italia invece regna ancora la disinformazione e la demonizzazione della marijuana. Si dà ancora credito alla famosa “Teoria del Passaggio”, che in pochi conoscono ma che racchiude in realtà una frase a dir poco abusata “si inizia con la Marijuana e poi…”, così come ad altre teorie come quella della “super marijuana”.

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Non una moda. Ma una rivoluzione.

Negli Stati Uniti inizia a proliferarsi un mercato colossale non soltanto per il volume d’affari ma anche per la tipologia eterogena di consumatori coinvolti. La Cannabis inizia ad esser richiesta soprattutto per scopi medicinali sebbene in alcuni Stati americani ne sia stato legalizzato anche l’uso ricreativo. È un business che sta fagocitando persone adulte di tutte le età e di estrazione sociale anche molto diversa. La motivazione è semplice. Non si tratta solo di un semplice business. Non è la moda del momento. È una rivoluzione a cui stiamo finalmente assistendo, uno sradicarsi di decenni di disinformazione, una rivincita dopo anni e anni di inutile repressione. Il mondo sta finalmente aprendo gli occhi. L’Italia sta invece lentamente superando ancora il periodo della caccia alle streghe. La disinformazione è ancora pesantissima e rispetto il livello culturale raggiunto ad oggi sul mondo della Cannabis, noi italiani siamo ancora fermi al Medioevo.

Dalla Cannabis Light a…?

I vari Cannabis Light Shop italiani stanno iniziando a muovere flussi economici interessanti sebbene si tratti di prodotti che non contengono THC, o meglio, contengono quantitativi così bassi da non costituire alterazioni psicotrope. A quanto ammonterebbero le entrate per le casse dello Stato se si legalizzasse l’uso ricreativo? Di quanto si contrasterebbe il mercato nero? Il consumatore di marijuana va alla ricerca della qualità. Se l’italiano consumatore di cannabis potesse acquistarla in un luogo predisposto, a norma di legge, con prodotti certificati e controllati, è facile prevedere che il mercato dirotterebbe in brevissimo tempo verso una linea legale e regolamentata, così come avviene per l’alcol per esempio. Il dato più significativo che sta emergendo dal nuovo boom della Cannabis Light, è che la fetta più grossa del bacino di consumatori è occupata da professionisti e da over 40. Il grosso nodo che ancora bisogna sciogliere in Italia, che non ci consente di adeguarci alla nuova mentalità globale nei confronti della marijuana, è costituito dal fatto che si continua ad associare l’uso di cannabis al classico spinello da ragazzino. Fino a quando non attecchirà una visione più reale del nuovo consumatore di marijuana, del consumatore adulto responsabile che adopera con criterio ed efficienza la cannabis in tutte le sue forme, con uno scopo più terapeutico che ricreativo.

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La via di mezzo.

Il confine tra marijuana a scopo medicinale e quello a scopo ricreativo non dovrebbe essere così netto. Lo ha dimostrato la California, dove per tanti anni è stato legale soltanto l’uso medico. Ma ottenere una ricetta medica si rivelò così semplice al punto da legalizzarne anche l’uso ricreativo. Ciò che sta emergendo è il delinearsi di un nuovo profilo di consumatore “ricreativo”. Il consumatore medio è un soggetto che vuole approfittare dei benefici della marijuana nella quotidianità gestendo a propria discrezione l’effetto che vuole ottenere. Sa come dosare le proprie quantità giornaliere per rimanere attivo ed allontanare in maniera controllata alcuni sintomi negativi come lo stress. Assumere marijuana non vuol dire necessariamente eccedere e perdere il controllo di sé. L’ultimo servizio de “Le Iene” ne è stato un concreto esempio. Vi è stato un uso non moderato e non ponderato. Un abuso improvviso su un soggetto tra l’altro, non consumatore, né mai fumatore di 62 anni. Era inevitabile che portasse ad una pessima esperienza per il malcapitato. È proprio la reazione dell’italiano medio davanti a servizi di intrattenimento del genere che è denotativa dello stato di arretratezza che viviamo nei confronti della cannabis. Se il “reportage” si fosse interrotto prima della “ienata” allora avrebbe potuto considerarsi anche come un servizio di informazione. Invece è poi sfociato in un atteggiamento per nulla professionale ma soprattutto rischioso e finalizzato al puro spettacolo. In un periodo poi così delicato come quello attuale in cui con timidezza, della piccola e sana informazione sta cercando di farsi strada in una coltre di ignoranza decennale. Un uso intelligente e maturo, non porta assolutamente agli effetti evidenziati dal servizio.

Il nuovo consumatore, i nuovi business.

Il consumatore responsabile di marijuana, è l’opposto di quello mostrato nel servizio perché è consapevole di ciò che può o non può assumere, conosce il prodotto e tutte le differenze che intercorrono tra le diverse tipologie. Il consumatore italiano di cannabis, acquisterebbe regolarmente presso il suo negoziante di fiducia, ricevendo regolare scontrino fiscale, la sua marijuana di qualità controllata. Poi andrebbe in uno spazio privato (così come negli Stati americani che hanno legalizzato l’uso ricreativo o in Olanda e nella maggior parte d’Europa ormai) a consumare quanto acquistato. Questo potrebbe essere una spinta per i nuovi business giovanili, potrebbe aprire le strade a una quantità di attività interconnesse non indifferente.

Stop alla disinformazione sulla marijuana

È noto già dal 1944 come la marijuana non conduca all’uso di droghe pesanti (Rapporto La Guardia)  Questo però in Italia, sembra non bastare. Nel nostro paese infatti risuona l’eco del “si inizia con la marijuana e poi…”. Mi rivolgo soprattutto a te, caro lettore, basta alimentare un’ignoranza che non fa altro che rimpinguare le mafie e togliere introiti fiscali leciti allo Stato, ma soprattutto che inibisce una strada sicura verso un incremento dell’occupazione legato a tutte le attività agricole e imprenditoriali che ne deriverebbero. Guardiamo al futuro.

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