Marijuana Terapeutica: Com’è la Situazione in Italia?

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Marijuana Terapeutica: la Fine della Demonizzazione?
Quando si parla di marijuana, ci si trova spesso di fronte a disinformazione e pregiudizi. Molti associano immediatamente la cannabis al mondo della criminalità e del consumo illegale, senza considerare i suoi comprovati utilizzi terapeutici. Questo avviene anche perché i media tendono a enfatizzare solo gli aspetti negativi, trascurando il fatto che il THC può essere un alleato importante per chi soffre di patologie croniche e debilitanti.
Tante sono le cause di questa cattiva informazione, ma l’Italia resta uno dei pochi paesi che considera ancora la marijuana come una minaccia più che una risorsa. A differenza di altre nazioni, il dibattito sulla cannabis medica è spesso oscurato dalla percezione che si tratti esclusivamente di una droga anziché di un possibile farmaco. Negli Stati Uniti, pur con restrizioni, esistono distributori automatici di marijuana terapeutica per coloro che dispongono di una prescrizione medica. È un sostegno fondamentale per chi soffre di patologie come glaucoma, sclerosi multipla, sindrome di Tourette, Morbo di Crohn, disturbi ossessivo-compulsivi e molte altre malattie.
La Situazione della Marijuana Medica in Italia
Nel maggio 2012, la Toscana è stata la prima regione italiana a dare il via libera all’uso dei principi attivi della cannabis per scopi terapeutici. Poco dopo, anche Liguria, Veneto e Marche hanno seguito l’esempio, aprendo la strada a un possibile cambiamento a livello nazionale.
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Presentazione del prodotto realizzata con AAWP
Rispetto agli USA, dove le normative sono più flessibili, in Italia le regolamentazioni sulla cannabis terapeutica restano più rigide. Tuttavia, il crescente numero di regioni che hanno adottato queste terapie indica un’evoluzione positiva che potrebbe portare a una riforma su scala nazionale.
Un Diritto per i Pazienti
Il dibattito sulla cannabis sarà sempre acceso, ma quando si parla di uso terapeutico, la priorità dovrebbe essere il benessere dei pazienti. Chi soffre di malattie croniche dovrebbe poter scegliere tra farmaci sintetici e trattamenti naturali con minori effetti collaterali e costi più contenuti.
L’ostacolo principale sembra essere economico: la legalizzazione della marijuana medica entra in contrasto con gli interessi delle grandi case farmaceutiche. Tuttavia, mettendo al centro la salute dei pazienti, non dovremmo considerare più accessibili ed efficaci anche soluzioni naturali, specialmente in un periodo di crisi economica?
Presentazione del prodotto realizzata con AAWP
5 Commenti
Per fortuna non tutti i medici sono così insensibili e venali (se così posso definirli). Forse parlo senza cognizione di causa, ma credo che molti medici abbiamo accordi con case farmaceutiche, pertanto è chiaro che “impongono” un prodotto piuttosto che un altro. Se la marijuana verrebbe usata legalmente a scopi medici, quante di queste case farmaceutiche ne risentirebbero? :/ Se io fossi quel medico, preferirei consigliare un mezzo illegale ma NATURALE piuttosto che una “dose massiccia” di prodotti sintetici e altamente dannosi all’organismo…
Bellissimo articolo, Paolo!!! :) Ti faccio davvero i miei complimenti e aggiungo la “mia” storia personale: ho una zia che ha un tumore alle ossa, subisce ripetuti e lunghi cicli di chemioterapia, con tutti i conseguenti effetti collaterali; senza contare che, per tenere sotto controllo il dolore che il tumore le provoca, è sottoposta a una pesantissima, quotidiana terapia di farmaci anti dolore. Il figlio, mio cugino, che vive e lavora in Toscana, le ha detto di parlare con i medici curanti della marijuana per alleviare la sua situazione…la risposta dei medici? “Qui da noi l’uso terapeutico della marijuana è illegale. Se proprio non ce la fa più, passiamo a dosi massicce di farmaci a base di morfina”.
E tralascio il discorso sull’utilità della marijuana per mitigare gli effetti collaterali della chemioterapia…
Premetto che rimpiango i tempi in cui si poteva usare l’eroina per patologie particolarmente dolorose (ovviamente seguendo le indicazioni e le modalità di prescrizione di legge), soprattutto malati “terminali”; era un grandissimo aiuto per alleviare la loro sofferenza. Il problema é sempre lo stesso da quande esiste il mondo: l’abuso o la prescrizione “non appropriata”. Non sarebbe un gran problema risolverlo… purché ci fosse un reale controllo (vale un po’ per tutte le leggi, vedi il codice della strada: serve sempre una legge più severa, non maggiori controlli!).
Verissimo, inoltre bisogna anche pensare che ha moltissimi altri usi: (Materiali edilizi, Alimentari, Cosmetici, Medicine ecc..) inoltre bisogna pensare che usata a scopo ricreativo la cannabis produce una dipendenza psicologica minore del caffè, non da dipendenza fisica di alcun tipo e la sua dose letale DL50 è di un kilogrammo di prodotto (assunto in breve tempo) la cannabis non provoca inoltre alcun danno cerebrale, ma anzi ha proprietà di nurogenesi (stimola la crescita neuronale). Inoltreè provato che contrasti efficacemente il glaucoma e la formazione di metastasi tumorali. Per assumere la sostanza in modo più sano si può usare un chiloom o un bong, o eventualmente un vaporizzatore.. Senza contare che la legalizzazione porterebbe soldi allo stato sottraendoli alle mafie e inoltre la canapa legalizzata può essere prodotta senza successivi tagli con sostanze nocive per aumentare il volume.