Le Api Stanno Morendo ma la Cannabis Potrebbe Salvarle
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Molti le temono, altri invece le apprezzano per tutte le loro qualità, in ogni caso purtroppo però le api stanno morendo.
“Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”
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Era Albert Einstein ad affermarlo e oggi purtroppo si sta verificando uno scenario catastrofico per le api e di conseguenza anche per noi. Le api non sono soltanto ottime produttrici di miele ma sono essenziali nell’impollinazione delle piante, per cui il discorso purtroppo non si limiterebbe a un’assenza di dolcezza nel mondo se si estinguessero. Le ripercussioni sarebbero gravi anche per centinaia di specie di piante. Niente frutti, ne verdure, ne fiori.
Un enorme danno sotto molteplici aspetti
L’APAT ha lanciato un vero e proprio allarme sostenendo che i principali colpevoli siano i pesticidi e i cambiamenti climatici, concentrandosi soprattutto sui danni economici che ne conseguirebbero. Basta pensare che ogni volta che un’ape esce da un alveare è capace di impollinare cento fiori. Ogni alveare può contenere anche 50.000 api. È facile immaginare lo scenario apocalittico da film americano che potrebbe concretizzarsi con un danno così enorme per l’ecosistema.
“Le api stanno morendo” non fa notizia
Si stima che negli ultimi cinque anni circa dieci milioni di alveari al mondo siano scomparsi. La notizia però non fa scalpore perché spesso i media sottovalutano le circostanze ambientali, perciò non si pensa ancora alle possibili soluzioni. Farà notizia quando sarà un problema più che urgente, quando sarà già tardi. Come per il problema della plastica insomma. Si sono dovute formare isole di plastica di decine di milioni di km² nell’oceano per far si che i media iniziassero a interessarsene.
Una possibile soluzione per le api che stanno morendo
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La recente legalizzazione anche a scopo ricreativo in molti stati americani e soprattutto in Canada, ha aperto le porte a una serie di ricerche scientifiche sempre più specifiche. Una di queste è della Cornell University, che ha pubblicato su un’autorevole rivista scientifica del settore, la Environmental Entomology, i risultati di una ricerca secondo cui emergerebbe che le api stiano iniziando a frequentare con entusiasmo le vaste piantagioni di cannabis legalizzata del suolo americano, in particolare quello di piante maschili di marijuana.
Perché le api amano la cannabis sativa?
La marijuana fa parte della famiglia delle Cannabaceae così come il luppolo usato per fare la birra. È una pianta definita “sempreverde dioica” ovvero gli organi riproduttivi maschili e femminili si trovano su due piante diverse. Il tipo di impollinazione è anemofila, quindi avviene per mezzo del vento e ciò giustifica la quantità ingente di polline in queste piante. Le api ne vanno ghiotte perché il polline della cannabis sativa è ricco di nutrienti, cannabinoidi, alcaloidi e flavonoidi glicosidi. Però va specificato che in realtà le api preferiscono questo tipo di polline in periodi di magra, quando cioè altro polline di qualità superiore non è nella loro disponibilità, ad eccezione di regioni come nel Marocco dove l’alta concentrazione di piantagioni sembra che porti alla produzione di 6 mieli su 9 presi in studio, aventi tracce di cannabis compresi tra il 30% e il 57%, a indicare che le api ne fanno un costante pasto.
Ma le api risentono degli effetti della cannabis?
No, gli insetti a differenza degli esseri umani e di altri mammiferi, non hanno il sistema endocannabinoide, perciò le api non possono “sballarsi” perché non possiedono i ricettori dei cannabinoidi. Normalmente le api sono attratte da fiori colorati ricchi di nettare, i fiori appiccicosi della cannabis non sono sicuramente il loro pasto preferito, se non fosse anche per la minore concentrazione di pesticidi e agenti chimici agricoli, soprattutto negli Stati Uniti e in Canada i criteri qualitativi sono diventati piuttosto alti e rigidi, per cui le piantagioni biologiche rappresentano un ambiente più sicuro per le api.
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