Donazione Sangue e Cannabis: Come Funziona in Italia?
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Donazione sangue e cannabis: i consumatori abituali possono donare il sangue?
Donare il sangue non è solo un atto di altruismo ma anche un dovere sociale che tutti dovremmo impegnarci a sostenere. Il sangue non si può produrre in laboratorio e l’unico modo per ottenerlo è tramite spontanee e generose donazioni. Grazie alle trasfusioni di sangue si salvano ogni anno milioni di vite. Pensate ai pazienti che subiscono interventi chirurgici complessi, alle persone malate di cancro, le donne con complicazioni ostetriche, le persone coinvolte in incidenti stradali e con gravi traumi. Provate a immaginare di quanto sangue c’è bisogno, ogni giorno. C’è chi purtroppo però nutre delle remore e rinuncia a questo importante gesto di solidarietà. Tra questi potrebbero esserci i consumatori di cannabis (non light), che un po’ per paura, un po’ per disinformazione, si astengono da qualsiasi donazione di sangue.
La presentazione di questo prodotto è stata realizzata con il plugin AAWP.
Mi è consentito donare se consumo abitualmente cannabis?
Naturalmente per donare il sangue bisogna essere sobri e in buona salute. Di solito gli enti preposti alla raccolta del sangue non rifiutano i consumatori di cannabis. Infatti la risposta potrebbe essere immediata ma ci sono delle precisazioni da fare. Anche se fumi, vaporizzi, mangi o bevi cannabis, puoi donare il sangue ma dipende in primis dalle specifiche norme per la donazione del paese di riferimento.
Tutte le banche del sangue compiono verifiche in cerca di fattori di allarme quali infezioni, epatiti e malattie sessualmente trasmissibili. Per avere un quadro più specifico di cosa viene analizzato ti rimando al sito dell’AVIS che ti fornirà informazioni molto più dettagliate ed esaustive. In nessun caso comunque e in nessun paese gli organismi di raccolta accettano donazioni da parte di soggetti che sono entrati a contatto con aghi infetti, per cui vige universalmente il principio di esclusione permanente dalla donazione a chi fa uso o ha fatto uso di sostanze stupefacenti per via endovenosa. Per quanto riguarda la cannabis, in alcuni stati sono più chiari i principi di inclusione o esclusione ma di norma, nessun ente effettua test per individuare il THC in quanto si tratta di esami tossicologici specifici che non rientrano in quelli di routine atti a individuare i fattori di rischio di cui parlavamo sopra.
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Donazione sangue e Marijuana in Italia: quindi posso donare?
Se negli Stati Uniti non è un gran problema, soprattutto alla luce della recente adesione di un numero sempre maggiore di Stati che si sono aperti alla legalizzazione della marijuana anche per scopi ricreativi, in Italia potrebbe non essere così chiaro. Nel questionario e comunque al medico che valuterà la vostra idoneità alla donazione, dovrete dire di essere consumatori, sarà poi a sua discrezione accettare o meno la donazione. Inutile dire che in nessun caso e in nessun paese è permessa la donazione a soggetti sotto l’effetto di qualsiasi sostanza, che si tratti di cannabis, alcol o farmaci. Ma se in alcuni stati vige semplicemente la norma di astenersi per almeno 24 ore dal consumo di cannabis prima della donazione, in altri come in Italia non è così immediato, per questo è bene parlarne tranquillamente con il medico prima della donazione. Ma se siete in buona salute e con tutti i requisiti previsti per effettuare la donazione non vi sono motivi tanto per rifiutare la donazione quanto per denunciare il consumo di cannabis. Vi trovate lì per compiere un gesto spontaneo e altruistico, il buon senso dovrebbe comunque prevalere su qualsiasi eventuale pregiudizio legato al consumo.
Perché in Italia la donazione di sangue per chi consuma cannabis non è chiara come negli Stati Uniti
Perché negli Stati Uniti così come in altri stati vi è stata un’innovazione della riforma sanitaria sotto questo aspetto, si è studiato e ufficializzato che il principio attivo THC rimane negli individui poche ore, ciò che resta legato alle cellule adipose (grasse) del corpo umano per parecchio tempo è il THC-COOH. Si tratta del secondo metabolita del THC generato nel corpo umano dopo il consumo di cannabis, indipendentemente dalla forma di assunzione. Se il THC abbandona il sistema nel giro di poche ore, il THC-COOH non essendo idrosolubile ma liposolubile, si accumula nei grassi e permane nell’organismo anche per diverse settimane, ma non ha effetti psicoattivi. È solo una risposta dell’organismo all’assunzione di THC. Eppure in Italia, nonostante secondo un’indagine non molto recente i consumatori di cannabis erano 6,2 milioni nel 2014 e già all’epoca in crescita, non vi è comunque chiarezza in tal senso. Un numero così alto di potenziali donatori a mio avviso dovrebbe essere preso maggiormente in considerazione e una campagna informativa specifica e ufficiale potrebbe portare molti a superare gli ostacoli nati dalla poca informazione.
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